DON GUGLIELMO 1918
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Un prete, il Po che tutto inghiotte e tutto restituisce, un giovane psicopatico e un’arguta portinaia sono gli ingredienti della storia che ha sconvolto la Torino del febbraio 1918.
In una città in cui echeggiano i boati della Grande Guerra, un giovane di San Germano Vercellese, Pietro Balocco, sotto finte generalità, affitta un appartamento al 19 di Contrada San Filippo, l’odierna via Maria Vittoria.
L’uomo viene visto più volte entrare e uscire dall’appartamento in compagnia di un sacerdote, al secolo don Guglielmo Gnavi, originario di Caluso.
Un bel giorno però Balocco sarà notato, dalla portinaia dello stabile, uscire inspiegabilmente solo, trainando una pesante cesta dal contenuto misterioso. Il prete in Contrada San Filippo non si vedrà più!
Giuseppina, questo il nome della portinaia, inizia a nutrire qualche sospetto, non fosse altro perché siamo in clima di guerra e anche le cose normali destano sospetto.
Manca ancora un ingrediente a questo giallo, di per sé già inquietante, e questa volta è il Po a fare il suo ingresso in scena. Una mattina, un barcaiolo nota un pacco galleggiare nelle acque del fiume da cui spunta qualcosa che somiglia molto ad una gamba umana.
E’ l’ultimo tassello che manca nella mente di Giuseppina per comporre il tetro mosaico…